La Città Delle Donne nasce dal bisogno di abbattere pregiudizi e stereotipi di genere molto radicati nella “più bella città medioevale”, così come in gran parte del nostro “bel paese”, con l’obbiettivo di fare di Gubbio il laboratorio umbro per la parità di genere. Proprio in questo luogo, che da millenni è teatro di rituali antichissimi legati alla madre terra, intendiamo piantare piccoli semi di libertà lavorando sulla formazione, l’informazione, il linguaggio e la cultura femminili.
Quando abbiamo fondato l’associazione di promozione sociale “La Città delle Donne” alla fine del 2019 non pensavamo all’omonimo film di Federico Fellini, ma a un’opera meno conosciuta e ben più antica. “La città delle dame” di Christine de Pizan (1405) racconta di una visionaria città fortificata, abitata solo da donne: regine, guerriere, poetesse, indovine, scienziate, martiri, sante. Una roccaforte immaginaria dove le donne virtuose hanno uno spazio di libertà e autonomia.
Probabilmente uno dei primi testi della storia a parlare di differenza di genere, “La città delle dame” è stato scritto sul finire del Medioevo da una donna oggi considerata una proto-femminista. Ed è proprio la sua intatta struttura urbana medioevale che rende unica Gubbio, città dalla storia antichissima, pagana e insieme cristiana. Una città famosa nel mondo per un evento tanto affascinante quanto celebrativo della forza maschile, in cui le donne non hanno potere di parola, né visibilità. Eppure la Corsa dei Ceri è un rito molto amato dalle donne e dalle bambine, a loro modo protagoniste attive della festa. La “Città delle donne” nasce con l’obiettivo di piantare in questo un luogo che da millenni è teatro di rituali legati alla terra, piccoli semi di libertà, lavorando sulla formazione, l’informazione, il linguaggio e la cultura delle donne. La settima edizione di “Umbria in voce”, un festival diretto da una donna, che dà voce, spazio di relazione e visibilità alle donne è un seme molto importante e rigoglioso.