Il 25 Novembre 1960, nella Repubblica Dominicana, vennero uccise le sorelle Mirabal per ordine del dittatore Trujillo.
Patria, Minerva e Maria Teresa furono prelevate in strada dalle guardie e poi portate in un luogo nascosto, stuprate, massacrate a furia di colpi di bastone e infine strangolate. Il 25 Novembre 1981 ci fu il primo “Incontro internazionale femminista delle donne latinoamericane e caraibiche”. Da quel momento il 25 Novembre venne riconosciuto come data simbolo e sarà istituzionalizzato dall’ONU nel 1999.

Dal 2009 il simbolo di questa giornata sono le scarpe rosse. In onore dell’opera d’arte e di denuncia di Elina Chauvet “Zapatos Rojos”. In Italia, nel 2021, sono stati commessi 109 femminicidi. 109 donne che hanno perso la vita per mano di mariti, fidanzati o ex. La morte, però, è soltanto il culmine, è il punto più alto, il frutto di mesi/anni di violenza fisica, psicologica, economica. Di abusi sessuali, di stalking, di minacce, di isolamento.
La violenza non è soltanto un atto fisico. No, viene da molto più lontano, parte dalla cultura patriarcale nella quale tuttə cresciamo. Nasce dal concetto che l’uomo sia un essere superiore, che sia forte, risoluto, capace e la donna sia inferiore, più incline alle influenze, fragile, da proteggere, incapace di prendere decisioni e che debba occuparsi soltanto dei figli, della casa, della famiglia. Siamo così abituati a questo tipo di cultura che neanche ci accorgiamo quando avviene una violenza, soprattutto se psicologica. Sì, perché ancora per molti le parole non possono essere considerate violenza eppure, spesso, parte tutto da lì. Un complimento si trasforma in un rimprovero, un insulto che si trasforma a sua volta in uno schiaffo, in un pugno, in un arma.
Violenza sono tutti quei titoli di giornale nei quali la vittima, non si sa bene mai secondo quale logica, è il carnefice perché “è stato colto da un raptus di rabbia”, perché “era un vicino così tranquillo”, “era stato lasciato”. Violenza sono i fischi per strada, i complimenti e gli sguardi non desiderati. Violenza sono le professioniste che vengono chiamate, ancora, per nome. Violenza è l’isolamento dagli amici, dalla famiglia. Violenza è far smettere di lavorare una donna così da renderla totalmente dipendente dal carnefice. Violenza sono le minacce di figli che verranno strappati via e
figli che vengono realmente tolti a madri che, pur avendo denunciato, vengono considerate colpevoli di aizzare i propri figli contro un padre violento. (Anche se i figli hanno assistito agli abusi fisici) Violenza è la mancata, o poca, protezione delle vittime quando denunciano. Ed è il taglio dei fondi dei centri antiviolenza che, invece, vorrebbero soltanto aiutare le donne vittime di violenza e proteggerle.
Ri-partiamo dalla cultura e schieriamoci concretamente dalla parte delle vittime. Non siete sole e non si tratta di un’emergenza, ma di un problema quotidiano.
Il 25 Novembre è tutti i giorni.